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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-05-29 ad oggi 2010-05-29 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

C'è il disinquinatore domestico Tv, micro-onde e detersivi

Negli Usa il primo esame è dedicato agli elettrodomestici, ma ci sono altri pericoli non hi-tech che provocano asma e allergie. Vera panacea, il ricambio d'aria. Il "biologo domestico" diventa indispensabile dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK - Oliver Stone e Gwyneth Paltrow si sono già fatti "purificare" le abitazioni così, ma non c'è bisogno di essere Vip per ingaggiare il nuovo guru del nostro benessere. Si parte da 375 dollari per una prima visita dello "home biology consultant", il biologo della casa. Un esperto che può diventare indispensabile come il medico di famiglia.

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Il protettore della salute contro le aggressioni invisibili che subiamo fra le pareti di un appartamento: esalazioni chimiche, onde elettromagnetiche e altri veleni nascosti nell'acqua del rubinetto, nella dispensa, nei detersivi e nei cosmetici. A Manhattan basta andare sul sito healthydwellings. com ("casesane. com") e fissare l'appuntamento con Matthew Waltezke. 35 anni, triatleta, salutista convinto, Waltezke ha studiato in Florida all'Institute for Bau-Biologie & Ecology, che attinge a esperimenti-pilota nati in Germania. Waltezke si presenta a casa vostra con un arsenale che ricorda "Ghostbusters", i cacciatori di fantasmi armati di misteriori ordigni elettronici. Ma gli spettri a cui dà la caccia sono reali. Usa un misuratore multidirezionale di frequenze radio, un gasometro, una sorta di compasso elettronico per il magnetismo, un rilevatore di umidità.

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-05-29 ad oggi 2010-05-29

AVVENIRE

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2010-05-29

 

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-05-30

OPEL E AMBIENTE

Ampera ha 60 chilometri

di autonomia e batterie al litio

Rappresenta la terza via dell’elettrico

Il futuro è elettrico, ma non è uguale per tutti. C’è chi punta sull’auto elettrica "pura", l’unica a garantire emissioni zero, ma costretta da autonomie ancora ridotte a muoversi solo in città. Oppure, chi dell’ibrida, con il motore elettrico ad aiutare quello a benzina, ne ha fatto una bandiera, vecchia e nuova. C’è poi la Opel, con l’Ampera: la "terza via", quella dell’extended range electric vehicle (E-Rev). Cioè: l’elettrica ad autonomia estesa. Termini difficili, per un funzionamento semplice: l’Opel Ampera viaggia per 60 chilometri con un motore elettrico alimentato da batterie al litio, ricaricabili a una presa casalinga e garantite per dieci anni. Esaurito il serbatoio d’energia contenuto nelle batterie, l’auto non si ferma, ma continua a viaggiare per 500 km grazie a un motore a benzina che produce la corrente necessaria ad azionare il motore elettrico. Come dire, un’elettrica con due fonti di energia: batterie e motore- generatore a benzina.

Il risultato? In città si viaggia in elettrico senza inquinare, ma si può andare al mare, o in montagna, senza l’ansia da autonomia. Niente male. Abbiamo provato in anteprima l’Ampera: si schiaccia un pulsante e l’auto è pronta a partire nel massimo silenzio del motore elettrico. I 60 chilometri a emissione zero garantiti dalle batterie al litio sono teorici: se si spinge giù forte sull’acceleratore, magari con il condizionatore acceso e su una strada in salita, si fa meno strada. Non è d’altronde una novità: le misure sono fatte su cicli ideali, lontani dalle vere condizioni d’uso dell’auto, con consumi (per le auto tradizionali) e autonomie delle batterie (per elettriche e ibride) che si discostano dai valori dichiarati. A batterie scariche, l’avvio del motore a benzina è automatico e il guidatore non deve fare nulla. Il "tuffo nel passato" è però evidente: come su un’auto qualsiasi, il rumore meccanico dei pistoni si presenta nell’abitacolo e il silenzio sparisce in un istante. Così come all’istante il tubo di scarico inizia a emettere CO2.

Rimane invece il brio, l’accelerazione decisa e, soprattutto, lo spunto nel breve dei 370 Nm di coppia del motore elettrico. Nonostante i circa 200 kg del pacco batterie, l’Ampera può arrivare senza problemi fino a 160 km/h. Sensazioni nuove in frenata: spingendo il pedale del freno, si aziona il recupero di energia e l’auto rallenta come in una sorta di freno motore. L’azione non è però forte e decisa come sulle auto tradizionali e per ridurre al massimo gli spazi di frenata bisogna sempre spingere a fondo. Chiusura per il design e gli interni: la linea è piacevole, anche se non proprio da auto "hi-tech", e perde personalità nel disegno laterale e nel posteriore. Dentro ha solo quattro posti: il tunnel centrale che ospita il pacco batterie sacrifica lo spazio per un quinto passeggero. Sufficiente la capacità del bagagliaio. L’Opel Ampera arriverà a fine 2011. Le prime unità saranno costruite insieme alla "sorella " Chevrolet Volt in Usa, poi la produzione si sposterà in Europa, probabilmente a Bochum, in Germania. Il prezzo non è stato ancora comunicato, ma indicativamente sarà di circa 40mila euro. Più di un’ibrida, più di un’elettrica. Troppi, senza incentivi.

Alessandro Marchetti Tricamo

24 maggio 2010(ultima modifica: 26 maggio 2010)

 

 

Ibride: modelli e caratteristiche

Si fa presto a dire auto ibrida. In realtà non esiste un'unica ibrida, ma tante e di diversa taglia. C'è quella di base, con solo lo stop&start che spegne il motore a benzina al semaforo o in sosta nel traffico, abbinato in qualche caso anche a un sistema di recupero di energia in frenata: è la taglia small, chiamata micro hybrid. Il motore elettrico viene installato dalla medium: nelle mild hybrid, il motore elettrico aiuta quello a benzina, ma senza spingere da solo. Le batterie si ricaricano in frenata e in decelerazione. La large corrisponde alle full hybrid, in grado di viaggiare anche in sola modalità elettrica, cioè a zero emissioni. Ma le loro piccole batterie hanno un'autonomia limitata a poco più di un chilometro, con velocità inferiori ai 50 km/h. Salendo di taglia, ecco la extra large delle hybrid plug-in: le batterie sono più grandi, possono ricaricarsi anche a una presa di corrente ("plug-in") e hanno l'energia sufficiente a far viaggiare l'ibrida con il solo motore elettrico anche fino a 80 orari.

Land Rover LRX

L'ibrida off-road. Con il nuovo management per Land Rover sembra arrivato il momento della baby Range sviluppata sulla base del concept della LRX: il fuoristrada compatto (15 cm più corto della Freelander) sarà presentato con il brand Range Rover in anteprima in ottobre al Salone di Parigi (versione 3 porte), per arrivare sul mercato nell'estate del 2011. Obiettivo della piccola Range (il nome ufficiale non è stato ancora svelato) è dimostrare che anche un suv può essere un veicolo efficiente. Partendo dalla leggerezza del telaio e delle soluzioni meccaniche per arrivare all'immancabile versione ibrida: a differenza però di giapponesi e tedeschi, la Range abbina all'elettrico un motore Diesel. Grazie anche alla riduzione di resistenze e attriti interni del 2 litri a gasolio, le emissioni di CO2 sono di 120 grammi per km, ovvero quasi il 40% in meno rispetto all'attuale Freelander. Tuttocon la trazione integrale 4x4 permanente, con potenzialità in fuoristrada aumentate grazie alla presenza del motore elettrico sul posteriore. Non male. Se poi si aggiunge che grazie alle batterie al litio, il motore elettrico è in grado per brevi distanze di spingere da solo l'auto, il gioco sembra fatto. Per non trascurare nulla, gli inglesi assicurano la sostenibilità della baby Range a 360° con pelli conciate con prodotti vegetali senza cromo (quindi riciclabili), alluminio leggero e riciclabile, moquette di origine vegetale e inserti in pelle delle portiere realizzati con materiale ottenuto da bottiglie di plastica e fibre riciclate.

Toyota Prius

L'ibrida antesignana. Si può dire che tutto nasce da Prius. La febbre per l'ibrido ha le radici nel 1997 quando venne lanciata, nello scetticismo di tutte le Case occidentali pronte a difendere le qualità di sua "maestà" il Diesel, l'innovativa Toyota Prius. È ancora la Prius la pedina fondamentale che ha consentito fino ad oggi a Toyota di vendere nel mondo 2,4 milioni di ibride. Ed è sempre sulla Prius che la Casa giapponese punta per vendere a partire dal 2011, un milione di ibride l'anno. Il sistema di funzionamento della Prius è ormai noto: un motore a benzina 1.8 da 136 cavalli accoppiato ad un elettrico (60 kW). L'elettrico aiuta il benzina nelle accelerazioni e per velocità inferiori a 50 km/h e circa 2 km (dichiarati, in realtà un po' meno), può spingere da solo la Prius a zero emissioni. Le batterie al nichel si ricaricano in viaggio con il motore a benzina e recuperando l'energia normalmente dissipata in frenata o decelerazione. L'evoluzione "ricaricabile" plug-in della Prius è già pronta: arriverà nel 2012 ma una flotta sperimentale di 600 unità sta già macinando chilometri in tutto il mondo (200 auto in Europa di cui 100 nella sola città di Strasburgo). In pratica si tratta di una Prius uguale a quella di oggi ma con batterie al litio ricaricabili, oltre che in moto, anche ad una presa di corrente (in garage o ad una colonnina). Con la Prius Hybrid Plug-in sarà possibile viaggiare in solo elettrico per 20 km. Sempre ad emissioni allo scarico pari a zero.

Vw Touareg Hybrid

L'ibrida apripista. Con l'arrivo proprio in questi giorni della nuova Touareg Hybrid, si è inaugurata la strategia ibrida di Volkswagen che porterà nei prossimi anni a lanciare una Jetta Hybrid (agosto 2012), una Passat Hybrid (agosto 2013) e la Golf Hybrid (ottobre 2013). La Touareg ibrida ha un motore benzina V6 TSI iniezione diretta da 333 cavalli con un motore elettrico da 47 CV integrato tra il V6 e il cambio automatico a 8 rapporti. Il sistema ibrido (uguale a quello adottato sulla Porsche Cayenne S Hybrid) è compatto e porta ad un incremento di peso di soli 55 kg. L'energia elettrica necessaria ad azionare il motore elettrico è accumulata in batterie al nichel posizionate nello spazio posteriore destinato solitamente alla ruota di scorta. La batteria è in grado di erogare una carica di 1,73 chilowattora il che, tradotto in termini concreti, consente al motore elettrico di aiutare il V6 ogni qualvolta si richiede una forte accelerazione e di far viaggiare da solo il suv tedesco per circa 2 km a velocità inferiori ai 50 km/h. Per ridurre i consumi è stata modificata anche la trazione integrale con un differenziale autobloccante Torsen (pendenza superabile 31°) al posto del convertitore di coppia. Rispetto ad un suv delle stesse dimensioni e prestazioni, la Touareg Hybrid (8,2 litri per 100 km) consente di tagliare in città il 25% dei consumi, raggiungendo un valore di emissioni di CO2 di 193 grammi per km. Il prezzo della VW Touareg Hybrid è di 73.400 euro.

Bmw x6

L'ibrida sportiva. Bmw ha un approccio alla tecnologia ibrida differente dagli altri: l'obiettivo principale sono le prestazioni. Il motore elettrico è portato a bordo dell'auto per aumentare il divertimento di guida, soprattutto ai bassi regimi, quando il motore a benzina fatica a dare coppia. L'esempio più evidente è la nuova X6 ActiveHybrid già in vendita con il "grande" V8 benzina doppio turbo e 407 CV a disposizione, aiutato nelle accelerazioni più vigorose dai due "piccoli" elettrici da 67 e 63 kW. Il risultato si vede in strada: spingendo a fondo l'acceleratore, la X6 ibrida scatta avanti velocemente con la sua stazza di oltre 2,5 tonnellate, come se fosse una piccola sportiva (da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi). Prestazioni a parte, interessante il comportamento della X6 in città, ormai terreno di conquista di qualsiasi suv: in tutte le fasi di rilascio non appena si scende sotto i 65 km/h, oppure in sosta nel traffico (come dire, spesso in città come Milano e Roma), il sistema spegne il 4.400 benzina, consentendo un risparmio di carburante che la Casa tedesca ha valutato del 20% (durante la nostra prova abbiamo però registrato un risultato peggiore dei 9,9 l/100 km dichiarati). In più la X6 ActiveHybrid è teoricamente in grado di viaggiare per 2,5 km in solo elettrico. Non aspettatevi invece lo stesso trattamento "di favore" in autostrada: qui il vantaggio di un'auto ibrida, in termini di consumi ed emissioni, è pari a zero. Chiusura per il prezzo: 107.040 euro. Non pochi.

Peugeot 3008 HYbrid4

L'ibrida diesel. L'offensiva Peugeot è stata lanciata: dal 2010 al 2012 il lancio di 14 nuovi modelli. Tra le novità ad inizio 2011 arriverà la 3008 HYbrid4 ovvero, la versione ibrida del crossover 3008 (buoni i risultati di vendita nei primi 3 mesi dell'anno in Italia con il secondo posto nel segmento e la vittoria del premio Auto Europa). La HYbrid4 sarà la prima auto ibrida di serie al mondo con motore elettrico abbinato ad un Diesel. La soluzione sembra quella vincente perché somma, le già basse emissioni di CO2 di un Diesel (inferiori rispetto a quelle del benzina), a quelle nulle dell'elettrico. Il risultato? Con un litro di gasolio la Peugeot 3008 HYbrid4 percorre più di 26 chilometri e le emissioni si fermano a 99 grammi per km (meno di quanto fa oggi la piccola "sorella" 107). A garantire divertimento e condizioni di sicurezza in tutte le situazioni, ci sarà la trazione integrale sviluppata in maniera elettronica: il motore Diesel anteriore muove le ruote anteriori mentre quello elettrico posizionato sul retrotreno aziona le posteriori, il tutto è gestito elettronicamente senza pesanti e ingombranti collegamenti meccanici tra asse anteriore e posteriore. La stessa tecnologia sarà adottata anche dalla versione HYbrid4 del coupé RCZ (settembre 2011). Nel 2012 la 3008 avrà anche una versione "plug-in" ovvero con batterie al litio ricaricabili anche ad una rete elettrica con consumi annunciati di 2 litri per 100 km ed emissioni di CO2 inferiori a 50 g/km.

Honda CR-Z

L'ibrida manuale. Con l'arrivo della nuova CR-Z continua l'espansione della gamma ibrida di Honda. Dopo aver portato sul mercato l'Insight, la prima ibrida accessibile ovvero, al costo di una "normale" auto a gpl, con la CR-Z è il momento di avvicinare le ibride ai giovani con un design più sportivo e moderno rispetto a quanto visto finora. Le linee della CRZ sono quelle di un piccolo coupé sportivo (2 posti avanti e 2 dietro), aerodinamico, con un frontale aggressivo e un posteriore più rassicurante. La tecnologia ibrida è la stessa della Insight, con batterie al nichel e un motore elettrico ad aiutare il benzina (il 1.5 VTEC derivato dalla Jazz) nelle accelerazioni senza però mai spingere da solo l'auto ("mild hybrid"). La novità è nel cambio: per la prima volta su un'ibrida, non c'è un automatico ma un manuale a 6 rapporti. I vantaggi sono evidenti: il CVT montato su Insight è lento e ha un effetto di trascinamento poco piacevole, il manuale invece è preciso e con la taratura sportiva invita a spingere di più il pedale dell'acceleratore. La velocità massima è di 200 km/h e la CR-Z passa da 0 a 100 in 9,9 secondi. I consumi sono di circa 20 km con un litro, le emissioni di CO2 di 117 g/km. Non aspettatevi una grande abitabilità: i passeggeri posteriori viaggiano sacrificati e per i bagagli ci sono a disposizione 214 litri, appena 30 in più di una Fiat 500. La CR-Z è già in vendita a partire da 21.800 euro, non proprio a buon mercato anche se la dotazione di serie è ricca.

Infiniti M35 Hybrid

L'ibrida anticonformista. Con Nissan impegnata nella grande corsa all'elettrico, il suo marchio di lusso, Infiniti, rischia di essere da solo a sostenere l'offerta di auto ibride della Casa giapponese, soprattutto in un'ottica di mercato americano. La terza generazione dell'ammiraglia M, che dovrà dimostrare le potenzialità del marchio Infiniti, sarà lanciata sul mercato a settembre ma è già in programma una versione ibrida (arrivo previsto primavera 2011). La M35 Hybrid sarà in grado, secondo quanto dichiarato da Toru Saito, vicepresidente di Infiniti, "di viaggiare con il solo motore elettrico fino a velocità di 100 km/h". Durante una prima fase sperimentale svolta negli Usa, la M35 Hybrid in media ha viaggiato per il 50% del tempo in modalità elettrica, tenendo spento il grande 3.5 V6 benzina, con emissioni allo scarico nulle. Vedremo. Di sicuro sulla versione ibrida troveremo le stesse caratteristiche della M: la linea aerodinamica, non convenzionale e sicuro segno di distinzione. Il lusso degli interni in pelle, dei profili in legno e dei particolari finiture in polvere d'argento. L'elettronica del sistema "blind spot": segnala la presenza di un altro veicolo che impegna la corsia di sorpasso e in caso di possibile collisione corregge attivamente la traiettoria dell'auto. Oppure del sistema di climatizzazione chiamato "Forest Air": la solita aria rarefatta è sostituita da una lieve brezza con umidità ottimale e fragranze naturali. Una sorta di piccola "spa" di bordo.

 

Lexus CT 200h

L'ibrida giovane. L'obiettivo della nuova CT 200h è ambizioso: avvicinare una clientela più giovane (e danarosa) al marchio Lexus, sfidando Audi A3 e Bmw Serie 1. Non sarà semplice per un brand che in Italia ed Europa ad oggi non è mai riuscito ad infastidire la leadership dei marchi premium tedeschi. Ci proverà con la personalità di un design non banale, diviso a metà tra eleganza e sportività e, com'è tradizione di Toyota, con la tecnologia ibrida, la stessa montata a bordo della Prius: motore benzina 1.800 affiancato da un elettrico azionato da batterie al nichel idruri metallici. La CT 200h può viaggiare anche in sola modalità elettrica ("full hybrid") a zero emissioni per una distanza dichiarata di circa 2 km e in ogni caso, per velocità non superiori ai 45 km/h. Il carattere più sportivo è assicurato dal baricentro basso della vettura e dalla possibilità di scegliere la modalità Sport: varia l'apertura della farfalla, modifica l'impostazione del servosterzo elettrico e rende meno "invasivi" i sistemi attivi di sicurezza di stabilità e trazione. Come dire: tutta un'altra auto. Elevato il contenuto di sicurezza, quasi a voler esorcizzare gli ultimi richiami, come il sistema Pre-Crash: un sensore radar monitora la strada davanti alla CT 200h e, in caso di ostacolo, avvisa il guidatore aumentando la potenza dei freni e preparando i sistemi di sicurezza ad un eventuale impatto. In più ci sono airbag a protezione delle ginocchia del guidatore e del passeggero. La CT 200h arriverà a fine 2010.

Mercedes S400 H

L'ibrida dei record. La Mercedes S400 Hybrid si è presentata sul mercato con un biglietto da visita invidiabile: la prima ibrida della Casa tedesca, la prima ibrida di serie al mondo ad avere a bordo le nuove batterie al litio. La S400 Hybrid abbina infatti al motore 3.5 benzina V6 da 279 CV, un elettrico da 20 CV azionato da batterie al litio. Il sistema ibrido di Mercedes è molto compatto (l'incremento di peso è solo di 75 kg), con il motore elettrico a disco posizionato "a sandwich" tra il V6 e la trasmissione automatica 7G-Tronic. Come funziona? È un "mild hybrid" ovvero, la S400 Hybrid non viaggia mai spinta solamente dal motore elettrico ad emissioni zero. Il compito dell'elettrico è solo quello di aiutare il motore a benzina nelle accelerazioni, mettendo a disposizione un incremento di potenza di 160 Nm. Il "boost" elettrico non influisce su consumi ed emissioni ma dura non più di 3 secondi. Peccato. Il problema sono le batterie al litio del record iniziale: non danno ancora certezze sulla loro durata nel tempo. In più rimane il rischio dei surriscaldamenti interni (c'è un impianto di ventilazione per mantenere le batterie a temperatura costante). Meglio allora, avranno pensato in Mercedes, farle lavorare poco, in modo da non compromettere l'affidabilità dell'auto. La S400 Hybrid ha consumi di 8,1 l/100 km (circa il 20% in meno rispetto alla tradizionale), emissioni di CO2 di 189 grammi per km ed è già in vendita ad un prezzo di 94.440 euro.

Ferrari Hy-kers

L'ibrida da corsa. In futuro ogni modello Ferrari avrà una versione ibrida. Per la prima bisognerà però attendere 3 o 4 anni. Nel frattempo allo scorso Salone di Ginevra sono iniziate le "prove di qualifica" con la Hy-Kers, ibrida laboratorio costruita sulla base della 599 GTB Fiorano. La soluzione ibrida, grazie al motore elettrico, sembra essere l'ideale per tagliare consumi ed emissioni ai bassi regimi, dove solitamente una supercar è poco efficiente. La riduzione potrebbe arrivare fino al 35%, consentendo a tutte le Ferrari di rientrare nei restrittivi limiti imposti dalle future normative sulla CO2. Nei prossimi anni potrà capitare di vedere una rossa in città spinta dal solo motore elettrico, senza emettere alcuna sostanza inquinante e soprattutto nel massimo silenzio. Una rivoluzione che trova le sue origini nelle monoposto di Formula 1: la tecnologia montata a bordo del concept Ferrari deriva direttamente dal Kers utilizzato la stagione scorsa in Formula 1. In accelerazione l'auto può sfruttare, per qualche secondo (al massimo due), la potenza supplementare ("boost") dei 100 cavalli del motore elettrico accoppiato in maniera compatta nel cambio a doppia frizione F1. L'energia all'elettrico arriva da un pacco di batterie al litio posizionato sotto al pianale, un aspetto che abbassa il baricentro della Ferrari, aumentando ulteriormente, se ce ne fosse bisogno, la sportività e migliorando la dinamica di guida. Il passaggio da rossa a verde è sempre più vicino.

Porsche Cayenne S Hybrid

L'ibrida convertita. Altra tappa fondamentale nella storia di Porsche: dopo il motore Diesel è oggi il momento della trazione ibrida. Passaggi che hanno visto in entrambi i casi protagonista il suv Cayenne. La strategia Porsche è chiara "più potenza con minori consumi ed emissioni", un risultato raggiunto abbinando sulla terza generazione del suv tedesco, il motore benzina 3 litri V6 ad un elettrico da 34 kW per un totale di 380 cavalli e una coppia di 580 Nm disponibile già a 1.000 giri. Come dire: spinta in basso come poche altre. Le prestazioni, da 0 a 100 in 6,5 secondi e velocità massima di 242 km/h, sono solo leggermente peggiori della versione S tradizionale che però ha un motore più grande (4.8 V8). C'è in più, come per tutte le "full hybrid", la possibilità di viaggiare spinta anche solo dal motore elettrico a velocità inferiori ai 60 km/h e per distanze comunque ridotte. Non male per una vettura di 2.240 kg. La Cayenne S Hybrid ha consumi di 8,2 litri/100 km, inferiori del 23% rispetto a quelli della S, ed emissioni di CO2 di 193 g/km, il valore più basso mai raggiunto finora da una Porsche di serie. Da sottolineare una interessante soluzione tecnica: alle velocità costanti superiori ai 156 km/h (ovviamente sui tratti delle autostrade tedesche senza limiti) e senza la necessità di accelerazioni, il motore V6 a benzina si spegne lasciando al motore elettrico il compito di vincere resistenze e attriti. La Porsche Cayenne S Hybrid è già in vendita a 80.450 euro.

Audi A8

L'ibrida di lusso. La strategia di Audi è semplice: si prende un motore benzina di due litri, all'apparenza piccolo per un'auto come la A8 di quasi 2 tonnellate, e nelle accelerazioni lo si fa aiutare da un potente motore elettrico da 45 CV con una coppia di 211 Nm. Il tutto gratuitamente ovvero, con batterie che ricavano l'energia necessaria al motore elettrico nei rallentamenti o in frenata. L'A8 Hybrid è in grado di viaggiare con il solo motore elettrico per 2 km e con una velocità massima di 65 km/h. La batteria al litio è protetta da un contenitore ad alta resistenza e ha un impianto di ventilazione per mantenere la temperatura ideale costante. I consumi medi sono di 16,2 km/litro e le emissioni di CO2 si fermano a 144 g/km: per dare un'idea, valori inferiori a quelli di una piccola A3 1.8 TFSI. Nessun compromesso in termini di prestazioni: l'A8 Hybrid passa da 0 a 100 in 7,6 secondi e ha una velocità massima di 235 km/h. Per il resto la versione ibrida, che arriverà a fine 2011 e sarà preceduta a fine anno dalla versione ibrida della Q5, conserva tutte le caratteristiche della tradizionale A8: cambio automatico a 8 marce, fari completamente a led, tavoletta touchpad abbinata al navigatore per scrivere la destinazione con le dita ed il sistema "Audi pre-sense" per la prevenzione degli incidenti e la riduzione delle lesioni ai passeggeri, sistema di assistenza alla guida notturna per riconoscere pedoni od ostacoli al di fuori del fascio di luce dei fari

 

13 maggio 2010(ultima modifica: 26 maggio 2010)

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-05-29

IL CASO

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Tv, micro-onde e detersivi C'è il disinquinatore domestico

NEW YORK - Oliver Stone e Gwyneth Paltrow si sono già fatti "purificare" le abitazioni così, ma non c'è bisogno di essere Vip per ingaggiare il nuovo guru del nostro benessere. Si parte da 375 dollari per una prima visita dello "home biology consultant", il biologo della casa. Un esperto che può diventare indispensabile come il medico di famiglia. Il protettore della salute contro le aggressioni invisibili che subiamo fra le pareti di un appartamento: esalazioni chimiche, onde elettromagnetiche e altri veleni nascosti nell'acqua del rubinetto, nella dispensa, nei detersivi e nei cosmetici. A Manhattan basta andare sul sito healthydwellings. com ("casesane. com") e fissare l'appuntamento con Matthew Waltezke. 35 anni, triatleta, salutista convinto, Waltezke ha studiato in Florida all'Institute for Bau-Biologie & Ecology, che attinge a esperimenti-pilota nati in Germania. Waltezke si presenta a casa vostra con un arsenale che ricorda "Ghostbusters", i cacciatori di fantasmi armati di misteriori ordigni elettronici. Ma gli spettri a cui dà la caccia sono reali. Usa un misuratore multidirezionale di frequenze radio, un gasometro, una sorta di compasso elettronico per il magnetismo, un rilevatore di umidità.

"Contrariamente al senso comune - spiega il biologo - anche in una megalopoli immersa nello smog come New York l'inquinamento per le strade è inferiore del 50% a quello che respirate fra le mura di casa". Proprio dove ci crediamo più al sicuro, siamo accerchiati. "Slow Death by Rubber Duck", ovvero la morte lenta attraverso la papera di plastica, è il titolo ironico di uno studio pubblicato da due scienziati ambientali canadesi. Sottotitolo: "Il pericolo nascosto negli oggetti quotidiani". Dal forno a micro-onde allo schermo tv ultrapiatto, dal detersivo per i pavimenti alla doccia: tutto sembra programmato per ucciderci. Il primo esame del biologo è dedicato agli elettrodomestici. Perfino il frigo emette radiazioni. Le sue per fortuna si attenuano appena ci si allontana di 30 centimetri. Il micro-onde invece continua a bombardarci a due metri e mezzo di distanza. Waltezke addiziona le radiazioni di telefonino e cordless, impianto hi-fi, computer, perfino gli interruttori della luce che oggi vanno più di moda, quelli con la regolazione dell'intensità luminosa.

"Tra l'elettronica di casa, quella dell'automobile, i ripetitori sui tetti dei grattacieli - spiega un altro esperto di bio-edilizia, Louis Seslin - la specie umana è la cavia di un gigantesco esperimento biologico a base di tempeste elettriche". Altri nemici sono meno hi-tech. Il misuratore delle muffe rivela questa piaga nascosta dentro le pareti, soprattutto in vicinanza di bagni e cucine: la percentuale di persone affette da allergie, asma e altri disturbi respiratori legati alle muffe cresce in modo esponenziale. E l'acqua che beviamo? Gli ambientalisti contestano la manìa delle acque minerali, che intasa il pianeta di bottiglie di plastica e aumenta le emissioni di CO2 (per il trasporto). Ma la celebrata "acqua del sindaco" che esce dal rubinetto non è così pura come vorremmo. Qui a New York contiene fluoro, cloro, perfino tracce di arsenico. Il biologo della casa Waletzke svuota il mobiletto del bagno per passare in rassegna i killer che abbiamo introdotto noi stessi: cosmetici imbottiti di sostanze chimiche micidiali, come gli ftalati nel comunissimo shampoo. Non si salvano gli oggetti New Age che associamo a un benessere zen: "Via le candele aromatiche - ordina Waletzke - tutto ciò che esala fumo avvelena, non importa quanto sia profumato".

Per 375 dollari la sua prima visita all'appartamento dura tre ore. Si conclude con una diagnosi accurata, otto cartelle in formato Word allegato a una email, incluso un elenco di prescrizioni. "Il mio obiettivo - spiega il biologo della casa - è identificare tutti gli elementi fisici ad alto potenziale stressante, gli alimenti contaminati, le plastiche cancerogene, i detergenti tossici. Voi non potete controllare l'inquinamento del pianeta che vi aggredisce appena uscite là fuori. Almeno fra le mura di casa, avete la scelta". Per esempio ridipingere tutte le pareti con la vernice al carbonio, color nero lucido, che assorbe fino al 97% delle onde elettromagnetiche. Un'alternativa meno costosa: coprire i muri con carta da parati in canapa naturale. Per l'acqua, sono d'obbligo i filtri (Oliver Stone ha un consulente specifico solo per questo, il "biologo delle acque di casa", che fattura 1.000 dollari a intervento). Ci sono anche i rimedi "poveri", alla portata di tutti, come le finestre aperte.

Una vera e propria panacea è riscoprire l'uso che facevano le nostre nonne dell'aceto: detergente quasi universale, senza controindicazioni. Salvo l'odore che non è proprio Chanel N.5. Il biologo della casa comunque non vuole aggiungervi altro stress: "Al termine del checkup di casa vostra - dice Waletzke - indico una serie di interventi facoltativi, in ordine decrescente di urgenza. Bisogna avere una gerarchia di priorità anche nelle angoscie".

(29 maggio 2010)

 

 

 

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